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In Carinzia, nella sua patria, viene chiamato
semplicemente il "Komposch degli specchi", e "Specchi di Komposch" ? il
titolo lapidario della presentazione che ci d? informazioni sulla sua personalit?
ed il suo lavoro. Questo gioco di parole ? diventato un concetto conosciuto
non soltanto tra gli esperti ma anche tra il largo pubblico; e con buona
ragione. Arnulf Komposch ha alle spalle lunghi anni
di studio e di lavoro, durante i quali fu spesso messo di fronte a difficili
prove, ma non si ? mai scoraggiato. Affascinato dal vetro lo studiava accuratamente,
lo sperimentava e traeva le sue ispirazioni dai migliori maestri vetrai
veneziani e boemi. Ne risultava, oltre alla perfezione artigiana, un rapporto
intimo, quasi sensuale con la materia, come dice l' artista stesso; un
istinto per la ricchezza e le possibilit? che offre questo materiale ad
essere molato ed a dare riflessi. Cos? l' artista si ? creato gli strumenti
per il proprio linguaggio espressivo, nonch? per la raffinatezza intellettuale
con la quale mette in movimento la vita interiore degli specchi. Gli specchi
di Komposch producono dei riflessi stupefacenti, risvegliando ed eccitando
la nostra fantasia.
Da quando lo specchio fa parte della nostra
vita quotidiana, si sono dimenticate le capacit? magiche che gli furono
attribuite in tempi antichi. Esistono oggi soltanto tracce nelle leggende
e nelle varie tradizioni popolari, e sono personificate nel racconto mitologico
del giovane Narciso il cui riflesso nell' acqua segn? il suo destino. Questa
scena mitologica era, per lo spirito filosofico degli antichi greci, sicuramente
pi? di una mera parabola moralistica sull' amor proprio e le sue conseguenze.
Essa ? simbolo di un coraggioso avanzare nello sviluppo dell' umanit? causato
in tempi remoti dal risveglio della propria identit? e che ancora oggi
si manifesta nella prima infanzia di ogni essere umano, quando al primo
confronto cosciente con lo specchio ci domandiamo: Ma sono io quello li?
Sono veramente fatto cos??
Komposch ci rende l' esperienza del mitico
Narciso pi? tangibile e comprensibile, e non a caso i suoi specchi richiamano
l' impressione di uno specchio d' acqua che respira come mosso da un leggero
soffio di vento nel silenzio del vetro solido. Anche gli specchi di Komposch
sono dominati, come l' acqua, da vita e movimento. Vengono trapassati da
onde che increspano e dividono la loro superficie, moltiplicano l' immagine
attraverso degli specchi nello specchio, la trasformano tramite audaci
prospettive e rompono l' immagine convenzionale che abbiamo di noi e del
mondo che ci circonda. Restituiscono all' occhio uno sguardo fresco e lo
insegnano a guardare di nuovo senza preconcetti.
Dietro il gioco dei riflessi si notano
composizioni precise. Bozzetti preparano le strutture, accentuano gli effetti
che la molatura ? capace di dare al cristallo, e mettono in rilievo le
sfumature di luci e colori raggiungibili. Gli specchi di Komposch sono
soprattutto immagini riflessi e rendono cos? evidente il loro nesso con
l' arte pittorica.
Non ? qui che finisce la crativit? dell'
artista cinquantenne. Da molto tempo ? stato attratto dal rapporto specchio
- spazio, ed ? per questo che ha realizzato le sue idee in interni rappresentativi.
L' effetto specifico diventato famoso
dei gabinetti degli specchi del periodo rococ? non ? l' unica dominante
nella creativit? di Komposch. Specchi enormi che coprono tutta la parete
acquistano per via di una lavorazione molto ricca e per il loro rapporto
con l' architettura una funzione paragonabile alla decorazione architettonica.
La caratteristica ed il marchio di qualit?
comune a tutti i suoi specchi ? l' intrecciarsi di artigianato e creazione
artistica. Questo fatto ? talmente dominante che rispecchia il significato
di questo rapporto reciproco per qualsiasi tipo di arte figurativa.
Trude Polley, Klagenfurt